In difesa dei diritti della donna
Sabato 7 ottobre si è svolta a Venezia la manifestazione contro l'intento della maggioranza di centrodestra alla regione Veneto (Forza Italia, Udc, Lega Nord) di approvare la proposta di legge regionale n°3, di iniziativa popolare, promossa dal "movimento per la vita", un movimento reazionario fondamentalista cattolico.
L'approvazione di questa legge sarebbe un grave colpo alla L. 194, relativa all'interruzione di gravidanza: l'ennesima erosione delle libertà civili.
La legge, se approvata, imporrebbe la presenza di esponenti del movimento cattolico nei consultori familiari, nelle sale d'attesa e nelle corsie ospedaliere in modo tale da condizionare e limitare la scelta di autodeterminazione delle donne in situazioni delicate. Questo in una regione dove l'80% dei medici si dichiara obiettore.
La manifestazione ha visto la presenza di un migliaio di partecipanti. Progetto Comunista Rifondare l'opposizione dei lavoratori ha partecipato alla manifestazione con le proprie bandiere e distribuito un proprio volantino in difesa delle donne contro le oppressioni doppie. Di seguito il volantino.
Marceca Antonino
IN DIFESA DELLE DONNE
Mobilitiamoci
contro la proposta di legge n. 3, fatta propria dalla maggioranza di centrodesta
al governo nella Regione Veneto che da spazio alle associazioni antiaboriste nei
consultori, negli ospedali pubblici e privati, nei reparti maternità. Contro il
principio di sussidiarietà, indicato nelle linee programmatiche dell'Unione
(centrosinistra), che assicura la presenza paritetica nei consultori di
associazioni laiche e cattoliche. Contro la proposta di legge finanziaria che
con i suoi tagli al sistema sanitario nazionale impedisce realmente il
funzionamento dei consultori soprattutto riguardo alla loro funzione di
informazione, prevenzione, sostegno alle donne per una maternità
responsabile.
Difendiamo la 194, la legge che ha legalizzato l'aborto in Italia nel 1978, riducendo drasticamente le pratiche clandestine; la legge che ha affermato il primato decisionale della donna in tema di procreazione e ha prodotto una riduzione del 40% delle interruzioni di gravidanza.
Rivendichiamo un pieno e cosciente controllo della sessualità e della procreazione da parte delle donne proletarie e delle donne migranti all'interno di una più generale battaglia per l'affermazione di migliori condizioni materiali di vita e di lavoro attraverso la piena occupazione contro tutte le leggi precarizzanti; aumenti salariali; un salario sociale a chi non ha lavoro ed è in cerca di occupazione; servizi pubblici, sanitari e sociali, gratuiti e garantiti a tutti.
Contro la doppia oppressione di genere e di classe difendiamo l'autodeterminazionedelle donne in un processo di emancipazione della classe lavoratrice, per una alternativa di società e di potere: per il socialismo.
Venezia 06.10.2006