Rimini, 11-12 febbraio
Prosegue la costruzione del partito rivoluzionario di Valerio Torre Dopo l'abbandono dei lavori della II Conferenza nazionale dell'Amr Progetto Comunista da parte dei delegati del secondo documento congressuale "Il progetto comunista: la rifondazione rivoluzionaria" -abbandono che derivava, come riferivamo in un comunicato del 9 gennaio scorso, dalla denuncia dell'illegittimità del congresso e la proclamazione del suo scioglimento- i sostenitori di quel documento hanno formalizzato pubblicamente la costituzione di una frazione organizzata. |
Dicevamo, appunto, che quel gesto estremo, l'abbandono del congresso, non voleva rappresentare una rottura definitiva da parte di compagni che si sentivano invece i legittimi continuatori delle ragioni stesse per cui nacque Progetto Comunista e che auspicavano un ravvedimento dei dirigenti della prima mozione per una ricomposizione, attraverso un congresso straordinario, della frattura determinatasi.
Quel ravvedimento non c'è stato. Anzi: la frazione di Ferrando e Grisolia ha iniziato nei nostri confronti una velenosa campagna infarcita di calunnie e false informazioni al solo scopo di screditarci. Di più: dalla rottura nella Conferenza nazionale in poi, tutta l'attività di quella frazione è stata per intero centrata ("autocentrata") sull'acquisizione della candidatura di Marco Ferrando a senatore della repubblica. Candidatura che era stata riservatamente negoziata -in cambio della garanzia che Ferrando avrebbe poi votato la fiducia al governo Prodi - direttamente con Fausto Bertinotti già dalla primavera dell'anno scorso e che il segretario stesso ha imposto nonostante il voto contrario della maggioranza dei membri di Progetto Comunista nel Cpn di Rifondazione. E quando quella candidatura, per le note vicende di questi giorni (sulle quali ci siamo pronunciati con vari testi reperibili sul nostro sito), è stata revocata (anche qui, direttamente da Fausto Bertinotti), tutta l'attività della frazione Ferrando-Grisolia è stata per intero (e lo è ancora oggi) proiettata sul goffo tentativo di riconquistarla: come se la costruzione di un'organizzazione rivoluzionaria passasse solo ed esclusivamente attraverso l'accaparramento di una candidatura al parlamento all'interno della coalizione della borghesia che sosterrà il futuro governo dei banchieri!
Insomma, tutti questi fatti hanno pienamente confermato -qualora ce ne fosse stato bisogno- la bontà e la correttezza dell'analisi che ci aveva portato a differenziarci in seno all'Amr evidenziando che, nel quadro di una concezione proprietaria da parte dei due, la deriva leaderistica che da tempo stavamo denunciando teneva prigioniera l'Associazione e ne paralizzava il percorso della rifondazione rivoluzionaria.
Pertanto, proprio per sviluppare il processo di costruzione del partito rivoluzionario in Italia che Progetto Comunista aveva concepito sin dalla sua nascita, abbiamo ritenuto -in presenza di tutte le circostanze sopra evidenziate, che hanno prodotto un'accelerazione nella differenziazione fra i due documenti che si sono fronteggiati nella II Conferenza dell'Amr- di portare a compimento questo processo nel momento in cui ci siamo resi conto che i dirigenti ferrandiani non intendono più perseguire questo disegno in favore, invece, della costruzione di un'organizzazione lassa, dai contorni indefiniti e priva di qualsiasi reale discriminante polico-organizzativa, in cui viene di fatto a scomparire ogni distinzione tra militanti e simpatizzanti e tra posizioni politiche coerenti ed opportunismi di vario tipo, e proprio per questo connotata da un esasperata verticalizzazione e da un'iper-centralizzazione tesa a salvaguardare solo ed esclusivamente il ruolo dei due leader (di cui la vicenda della candidatura di Ferrando, con l'accanimento nel perseguirla prima e nel tentativo di recuperarla poi, costituisce l'esempio più limpido).
Abbiamo ritenuto che una battaglia di frazione all'interno di un'organizzazione così concepita -e da una posizione di totale emarginazione in cui saremmo stati confinati in conseguenza dei trucchi contabili che hanno determinato uno stravolgimento in sede nazionale dei risultati reali delle conferenze locali- avrebbe avuto come conseguenza un improduttivo logoramento delle energie dei militanti che hanno sostenuto il nostro documento congressuale e che sono stati peraltro quelli su cui, in massima parte, è ricaduto in questi anni lo sforzo della costruzione di Progetto comunista.
Abbiamo inoltre valutato che il gruppo dirigente che, grazie ad una maggioranza truccata, era stato espresso dal congresso è assolutamente inadeguato per affrontare la prossima fase politica: ciò in quanto quel gruppo dirigente è costituito da un raggruppamento eclettico in cui convive tutto ed il contrario di tutto, con diverse posizioni assolutamente in contrasto fra loro ed ognuna con proposte diverse sul piano di lavoro dei prossimi mesi, sulla prospettiva tattica e strategica, sul lavoro sindacale, sul concetto di partito, ecc.
Per tutte queste ragioni è nata, a partire dai sostenitori del secondo documento congressuale, l'area "Progetto Comunista - Rifondare l'Opposizione dei Lavoratori", che si è costituita formalmente -provvedendo anche ad eleggere democraticamente organismi dirigenti (la lista è riportata qui sotto)- l'11 e 12 febbraio scorsi.
Già la denominazione ne rende chiara la prospettiva: riprendendo il nome "Progetto Comunista", abbiamo inteso segnalare la continuità della nuova area con tutte le ragioni che portarono alla nascita della vecchia Amr, ma che oggi sono tradite dai dirigenti del primo documento. Ragioni che vanno nel solco della costruzione di un'organizzazione d'avanguardia autenticamente rivoluzionaria.
La seconda parte del nostro "marchio" costituisce l'altra faccia di quella medaglia: non c'è e non ci potrà essere una rifondazione rivoluzionaria se non nella direzione della salvaguardia di un'opposizione di classe ad ogni governo della borghesia, compreso il probabile futuro governo Prodi.
Rifondare un'opposizione di classe del movimento operaio in Italia proprio oggi che le sue rappresentanze socialdemocratiche si stringono in un abbraccio mortale con la borghesia significa offrire ai lavoratori, ed in generale alle classi subalterne, la prospettiva di un'alternativa di classe per una vera alternativa di potere. Al contrario, il governo di collaborazione di classe che, molto verosimilmente, andrà a nascere il 9 aprile costituirebbe, in mancanza di quell'opposizione e di quell'alternativa, l'ennesima pesante sconfitta per il proletariato.
L'assemblea dei delegati che l'11 e 12 febbraio scorsi a Rimini ha unanimemente convenuto sugli assi di questa battaglia, sancendo così la nascita di "Progetto Comunista - Rifondare l'Opposizione dei Lavoratori", si è mostrata consapevole delle difficoltà che la prossima fase politica riserverà ai marxisti rivoluzionari. Eppure, il clima che si è respirato nei due giorni di un dibattito ampio e partecipatissimo -preceduto da un'articolata relazione di Francesco Ricci sul quadro politico complessivo e sugli assi strategici delle proposte della nuova area- è stato di vivissima tensione morale e politica, segno tangibile della maturità dei militanti.
Peraltro, i primi segnali positivi, che confermano la bontà della scelta fatta con la separazione dall'Amr, sono giunti dalla presenza, accanto ai delegati, di alcuni invitati in rappresentanza di situazioni locali dove è già partita la costruzione del nuovo soggetto politico.
Al termine dei lavori, l'assemblea ha eletto gli organismi dirigenti: un Consiglio nazionale di 35 componenti ed un Comitato centrale (si è significativamente deciso di riprendere una denominazione propria del Partito bolscevico) di 15 membri. Anche per marcare una discontinuità non solo formale con l'esperienza passata, infine, l'assemblea dei delegati ha ritenuto di non prevedere fra gli organismi dirigenti una Presidenza: segno evidente delle differenze che hanno segnato il dibattito -e poi la frattura con Ferrando e Grisolia- nell'ultimo anno e mezzo di vita dell'Amr.
Rigore organizzativo e capacità di dare traduzione concreta alla battaglia politica; costruzione di un gruppo dirigente largo, con l'ingresso di tanti giovani; suddivisione delle responsabilità tra tutti i militanti; una pratica di lavoro collettivo con responsabilità realmente suddivise fra tutti i dirigenti; collegialità effettiva degli organismi, senza leaderismi. Sono, questi, i tratti caratteristici di "Progetto Comunista - Rifondare l'Opposizione dei Lavoratori", che si appresta ad affrontare una difficile eppur necessaria battaglia per la costruzione di un'organizzazione autenticamente comunista e rivoluzionaria.
Giacomo Di Leo
Francesco Fioravanti
Enrica Franco
Pia Gigli
Alberto Madoglio
Ruggero Mantovani
Antonino Marceca
Cristian Nobili
Luigi Pisci
Francesco Ricci
Michele Rizzi
Leonardo Spinedi
Fabiana Stefanoni
Valerio Torre
Roberto Angiuoni (Roma)
Federico Angius (Cagliari)
Patrizia Artizzu (Cagliari)
Luca Belà (Cagliari)
Alberto Cacciatore (Latina)
Patrizia Cammarata (Vicenza)
Pasquale Cordua (Napoli)
Giacomo Di Leo (Messina)
Francesco Doro (Venezia)
Alberto Faccini (Pescara)
Francesco Fioravanti (Roma)
Enrica Franco (Pesaro)
Angelo Frigoli (Cremona)
Pia Gigli (Latina)
Pasquale Gorgoglione (Barletta)
Peppe Guarnaccia (Salerno)
Raffaella Lettieri (Salerno)
Alberto Madoglio (Cremona)
Ruggero Mantovani (Latina)
Antonino Marceca (Venezia)
Davide Margiotta (Pesaro)
Cristian Nobili (Milano)
Enrico Pellegrini (Venezia)
Luigi Pisci (Nuoro)
Ingmar Potenza (Catania)
Francesco Ricci (Cremona)
Michele Rizzi (Barletta)
Michele Scarlino (Barletta)
Andrea Spadoni (Roma)
Leonardo Spinedi (Roma)
Fabiana Stefanoni (Milano)
Valerio Torre (Salerno)
Andrea Valerini (Lecce)
Sabrina Volta (Cremona)