Sconfiggere l’invasione russa! Via le truppe russe dall’Ucraina!
Armi per la resistenza! Stati Uniti, Nato e Ue fuori dall’Ucraina!
Scioglimento della Nato e del Csto!
Dichiarazione congiunta delle sezioni statunitense ed europee della Lit-Quarta Internazionale
Martedì 22 febbraio il presidente russo, Vladimir Putin, ha dato inizio all’invasione dell’Ucraina. L’obiettivo di Putin è rovesciare il governo di Zelensky, porre il Paese sotto il suo dominio, annettere il Donbass, evitare che l’Ucraina si unisca alla Nato e lanciare un avvertimento alle ex-Repubbliche sovietiche su cosa le attende se si oppongono alla sua volontà.
Dopo aver attaccato furiosamente la politica delle nazionalità di Lenin e aver usato la scusa a buon mercato di «denazificare l’Ucraina», Putin, amico dell’estrema destra europea, ha lanciato un’invasione utilizzando gli stessi metodi che usò la Wehrmacht di Hitler per invadere l’Urss durante la Seconda guerra mondiale.
Da quando è iniziata l’invasione, le truppe russe hanno incontrato una forte ed eroica resistenza dell’esercito e delle masse popolari ucraine. La popolazione civile non ha esitato a prendere le armi che le venivano offerte e ad affrontare gli invasori. Questa valorosa resistenza ha frustrato i piani di Putin per una conquista rapida e ha modificato enormemente il corso degli eventi. Se Putin riuscirà infine a conquistare l’Ucraina, lo farà sulla base della distruzione del Paese e di un massacro spaventoso. Mentre scriviamo, più di 2.000 ucraini sono morti e sono già più di 1.000.000 i rifugiati che hanno attraversato le frontiere verso i Paesi vicini.
Appoggiamo la resistenza delle masse popolari ucraine contro l’invasione russa
Le masse popolari ucraine devono prendere le armi per sconfiggere l’invasione. Il governo di Zelensky ha ritardato molto nel decretare la mobilitazione generale della popolazione e ad armare le milizie. Lo ha fatto solo tre giorni dopo l’inizio dell’invasione, mentre conosceva con molto anticipo i piani di invasione. Ora sta consegnando armi ai civili e sta dando istruzioni su come preparare bottiglie molotov. Tuttavia, la distribuzione delle armi è limitata e sta procedendo lentamente.
Come socialisti rivoluzionari rivendichiamo che le masse popolari ucraine prendano le armi per respingere le truppe russe, così come sosteniamo le mobilitazioni in Russia (e Bielorussia) contro l’invasione, mobilitazioni che stanno incontrando una brutale repressione con migliaia di arrestati, molti dei quali malmenati dalla polizia. La storia ha dimostrato che i lavoratori sono in grado di sconfiggere le truppe nemiche se si organizzano. Per questo sosteniamo la costituzione di milizie operaie e popolari di autodifesa. Facciamo appello alle organizzazioni sindacali e della classe operaia in Ucraina e nei Paesi vicini perché prendano nelle proprie mani il compito di organizzare la difesa dell’Ucraina, in maniera indipendente dalle forze imperialiste statunitensi ed europee. Estendiamo la nostra solidarietà ai rifugiati, inclusi gli immigrati asiatici e africani in Ucraina, vilmente discriminati alle frontiere.
Denunciamo l’appoggio criminale che i regimi cubano, nicaraguense, venezuelano e iraniano, così come i partiti neostalinisti amici di Putin, stanno dando all’invasione russa.
L’invasione favorisce solamente le potenze imperialiste, permettendo loro di apparire come difensori del popolo ucraino e della sua indipendenza nazionale: in realtà usano il popolo ucraino per aumentare la propria forza e per i propri giochi di potere. I Paesi imperialisti europei come Inghilterra, Francia, Germania, Olanda, Belgio, Italia, Portogallo e Spagna hanno lasciato una scia di milioni di morti nelle loro guerre coloniali. Quanto agli Stati Uniti, secondo il calcolo abbastanza benevolo della Brown university, dall’11 settembre 2001 i suoi interventi militari, con l’appoggio dei suoi alleati europei della Nato, hanno distrutto società intere come in Iraq e Afghanistan, provocato 38 milioni di sfollati e 900.000 morti. Tutti hanno impedito l’abolizione dei brevetti dei vaccini anti-covid e mantengono il loro appoggio alla guerra brutale in Yemen, l’apartheid in Palestina e la dominazione neocoloniale a Porto Rico. Macron interviene militarmente in Africa per appoggiare i regimi neocoloniali sottomessi alla Francia. Tutti perseguono una politica razzista e xenofoba di fronte all’ondata di rifugiati e immigrati che essi stessi provocano.
I lavoratori ucraini che combattono contro l’invasione fianco a fianco con l’esercito ucraino non devono avere nessun tipo di fiducia nella Nato e opporsi all’intervento delle sue truppe, se vogliono garantire che il loro Paese continui ad essere veramente indipendente. Tantomeno devono avere fiducia nell’Unione europea, il cui obiettivo è prendere il controllo dell’economia ucraina. E non devono nemmeno dare appoggio politico al governo di Zelensky, ma rivendicare misure che davvero difendano la sovranità nazionale: più armi a disposizione dei civili disposti a lottare, esproprio delle risorse dei capitalisti ucraini necessarie per appoggiare gli sforzi della difesa e alleviare le necessità materiali fondamentali delle masse popolari, esproprio delle proprietà private non abitate per ospitare i rifugiati.
Allo stesso tempo, non possiamo condividere l’atteggiamento di quanti si fanno scudo di una parte della verità (cioè che la Nato e i suoi governi sono imperialisti cinici, con una storia intrisa di sangue, che cercano solo di approfittare dell’aggressione russa a proprio beneficio) per negare il proprio appoggio alla resistenza ucraina per sconfiggere l’invasione. Né tantomeno condividiamo la posizione di quanti, in nome di un pacifismo astratto («tutte le guerre sono ingiuste»), si dimenticano che il primo dovere è aiutare a difendersi un popolo che sta venendo massacrato.
Opponiamoci a un’invasione che può portare a un’escalation militare senza precedenti
In risposta all’invasione russa, i governi di Ue e Usa hanno cominciato a imporre varie sanzioni economiche contro la Russia e hanno aumentato il movimento delle truppe. Il 10 febbraio, prima dell’invasione, gli Usa e la Nato insieme avevano 22.000 soldati e 22 aerei da combattimento schierati sulle sue linee orientali. Gli Stati Uniti hanno loro basi militari in Europa, la maggioranza di queste in Germania, poi in Polonia e anche in Romania e Lituania, così come in Paesi come l’Italia e lo Stato spagnolo. Gli Usa hanno approssimativamente 90.000 soldati in Europa e il Pentagono ha annunciato che schiererà truppe aggiuntive. Nelle ultime tre settimane, anche il Regno unito e i Paesi dell’Ue hanno inviato truppe aggiuntive al fronte orientale.
In questo contesto, l’annuncio del riarmo tedesco ha un’enorme importanza. Il New York times riporta: «Il sig. Scholz ha annunciato un aumento di 100.000 milioni di euro (113.000 milioni di dollari) per le spese di difesa, e si è impegnato a investire annualmente più del 2% del pil nella Difesa. Ha proposto anche di sancire questa soglia minima di spesa militare nella Costituzione, assicurando che i futuri governi continuino». Dietro alle parole del Cancelliere c’è la decisione tedesca di divenire una grande potenza militare, in rottura con la sua collocazione strategica successiva alla Seconda guerra mondiale. Come dice il cancelliere Scholz, l’invasione russa li ha portati in «una nuova era».
In risposta a questi movimenti, la Russia ha dichiarato di aver messo le proprie armi nucleari in massima allerta. Inoltre, la Bielorussia ha appena tenuto un referendum per rinunciare al suo «status non nucleare», cosa che le permetterebbe di ospitare armi nucleari, mentre collabora con la Russia nell’invasione militare dell’Ucraina.
Nel mezzo di questa rivalità, il popolo ucraino ha sempre meno spazio per far valere la sua sovranità nazionale. La brutale invasione della Russia ha avvicinato il governo di Zelensky all’Ue e alla Nato che, con il pretesto della solidarietà e della difesa della libertà nazionale ucraina, cercano di trasformare l’Ucraina in una semi-colonia economica dell’Ue e in una base militare della Nato. Questo è lo sfondo della votazione simbolica del parlamento europeo che riconosce l’Ucraina come candidata a entrare nell’Ue.
Facciamo appello a sciogliere la Nato e il Csto
La Nato è un’organizzazione militare che serve come forza d’intervento per proteggere gli interessi dell’imperialismo statunitense e dei suoi alleati in Europa, tenendo questi sotto controllo. Oggi conta 30 Stati «alleati» e ha la capacità di dispiegare quasi 3,5 milioni di personale, sommando truppe e civili.
Venne creata nel 1949 dopo la Seconda guerra mondiale su iniziativa degli Stati Uniti per stabilire un’alleanza militare in Europa occidentale sotto il dominio statunitense e «contenere» l’avanzata della Russia sovietica. È stata utilizzata in avventure militari come l’occupazione dell’Afghanistan. La Nato è stata anche un meccanismo per spendere fondi giganteschi in importanti spese militari che minacciano la nostra sicurezza e l’ambiente naturale, invece di usarli per affrontare la pandemia di covid-19 e le misure climatiche urgenti dopo il fallimento della Cop26.
Con il collasso dell’Unione sovietica e del blocco sovietico nel 1991, l’Urss sciolse il Patto di Varsavia con la convinzione che la Nato avrebbe fatto lo stesso. Ma avvenne esattamente il contrario: gli Usa, con l’appoggio dei principali attori dell’Ue, hanno dato avvio all’espansione della Nato verso est, e tra il 1999 e il 2020 ha assorbito 14 Stati del vecchio Patto di Varsavia, tra cui Lettonia, Lituania ed Estonia, vecchie repubbliche dell’Urss. In risposta, la Russia ha consolidato il Csto come blocco militare incaricato della repressone di qualsiasi movimento popolare che metta in pericolo le dittature sottomesse al Cremlino nelle ex-Repubbliche sovietiche dell’Asia centrale, come avvenuto a gennaio in Kazakistan.
Sotto la Nato, la classe operaia e le masse popolari d’Europa non sono più «sicuri», né protetti da questa alleanza militare: tutto il contrario. L’espansione della Nato rappresenta una sempre maggiore militarizzazione dell’Europa e ogni tentativo di espansione della Nato ha favorito la reazione della Russia.
Inoltre, in ultima istanza, la Nato è l’apparato militare che i lavoratori dovranno affrontare e sconfiggere quando si ribelleranno contro i piani di austerità e miseria, contro i tagli alla libertà e la militarizzazione senza fine. Senza dubbio le truppe della Nato non staranno buone quando i lavoratori metteranno in pericolo i regimi borghesi europei e si metteranno sul cammino della rivoluzione socialista.
Le sanzioni economiche devono essere rivolte contro gli oligarchi russi e il loro governo
Sosteniamo attivamente gli sforzi degli ucraini per ottenere armi e forniture per difendersi. Allo stesso tempo, bisogna dire che le misure dei governi imperialisti dei nostri Paesi, come sanzioni, no-fly zone e truppe sul campo hanno un prezzo molto alto e praticamente non servono a nulla per fermare la macchina da guerra della Russia.
Il prezzo che stanno pagando i lavoratori in Russia è già molto alto: la caduta del rublo, forti aumenti dei prezzi, scarsezza di prodotti, denaro molto più caro e difficoltà a ottenere contanti. E questo è solo l’inizio, perché sta per cominciare un processo di chiusura di imprese.
D’altra parte, gli oligarchi, che Putin rappresenta, nonostante la propaganda dei governi dei nostri Paesi, non vengono realmente colpiti nei beni che hanno saccheggiato. Ed è precisamente qui dove Putin può e deve essere colpito per fermarlo e farlo retrocedere.
Secondo diversi studi (Novokment, Piketty e Zucman) i grandi oligarchi russi hanno depositato nei Paesi occidentali come Regno unito, Svizzera e altri, e nei paradisi fiscali, una ricchezza equivalente all’85% del pil russo. Tuttavia, i governi delle potenze imperialiste non si approprieranno di queste risorse, perché influenti impresari e politici occidentali condividono i loro affari, e perché farlo significherebbe attaccare le grandi istituzioni finanziarie che lavano il loro denaro così come quello dei magnati occidentali.
Anziché colpire le masse lavoratrici russe, rivendichiamo la confisca delle grandi fortune degli oligarchi russi perché siano utilizzate per armare il popolo ucraino, per ricostruire il loro Paese, così come per restituirle alle masse lavoratrici russe.
I lavoratori europei devono spingere le proprie organizzazioni di classe a costruire una solidarietà materiale diretta con i lavoratori che resistono in Ucraina e con i rifugiati.
Il 1° marzo il ministro dell’economia francese, Bruno LeMaire, ha dichiarato che la Francia «si prepara a muovere una guerra economica e finanziaria totale contro la Russia», aggiungendo «provocheremo il collasso dell’economia russa» e ha riconosciuto che il suo governo non ha remore a danneggiare e impoverire le masse popolari russe. In ultima istanza, le potenze imperialiste europee, guidate da Germania e Francia, cercano di appropriarsi delle risorse energetiche e minerali della Russia, senza dipendere più da Putin.
Alcune lezioni della storia sulla lotta per la pace
La lotta per la pace significa innanzitutto aiutare le masse popolari ucraine a sconfiggere l’invasione di Putin, così come difendere l’unità e l’indipendenza dell’Ucraina, evitando che venga trasformata in una semi-colonia militare ed economica, tanto della Russia come di Nato e Ue.
Non chiediamo la «pace in generale», né siamo «contro la guerra in generale», ma dobbiamo dire molto chiaramente qual è il carattere di classe della guerra e quali sono i termini della pace per i quali deve lottare la classe operaia. Come ha spiegato Lenin ne «La questione della pace» (1915), l’unica pace che accettiamo è quella che si basa sul «riconoscimento del diritto di autodeterminazione di tutte le nazioni e che rinuncia anche a tutte le annessioni». Non accettiamo le versioni della pace di Putin, Macron o Biden, ossia un’Ucraina che legittimi annessioni, occupazioni militari o sottomissione delle masse popolari ucraine ai capricci di un qualsiasi potere imperiale esterno. Non ci può essere pace per la classe lavoratrice e per le masse popolari della regione fino a che la Russia non avrà ritirato tutte le sue truppe dall’Ucraina, come fino a quando sia la Nato che il Csto non si sciolgano e tutte le truppe statunitensi non si ritirino dall’Europa.
Come ricordò Lenin durante la Prima guerra mondiale: «Al posto di lasciare che gli ipocriti ciarlatani ingannino il popolo con frasi e promesse sulla possibilità di una pace democratica, i socialisti devono spiegare alle masse l’impossibilità di qualcosa che assomigli ad una pace democratica, a meno che non ci sia una serie di rivoluzioni e a meno che non inizi una lotta rivoluzionaria in ogni Paese contro il rispettivo governo. Invece di permettere che i politici borghesi ingannino i popoli parlando di libertà delle nazioni, i socialisti devono spiegare alle masse delle nazioni che opprimono che non possono sperare nella propria liberazione mentre aiutano ad opprimere altre nazioni e non riconoscono e difendono il diritto di queste nazioni alla autodeterminazione, cioè la libertà di separarsi».
L’unica soluzione permanente alla crisi e alla militarizzazione dell’Europa dell’est è organizzare la classe lavoratrice lì e nei Paesi imperialisti per promuovere manifestazioni di massa contro la guerra con un programma chiaro. Dobbiamo solidarizzare con la resistenza ucraina e la sua lotta per sconfiggere l’invasione, con tutti i rifugiati che fuggono dalla guerra e, al tempo stesso, opporci all’escalation da «occhio per occhio, dente per dente» incitata da Usa, Ue e Russia. In Europa occidentale e Usa dobbiamo seguire l’esempio di vari sindacati di Russia (Krt), Polonia, Bielorussia e Ucraina che stanno prendendo l’iniziativa di opporsi agli sforzi di guerra dal basso, con una chiara indipendenza e solidarietà della classe lavoratrice, e mobilitare le organizzazioni operaie e popolari per promuovere e partecipare a manifestazioni di massa.
- Tutta la nostra solidarietà alla resistenza in Ucraina e ai manifestanti russi che protestano contro l’invasione! Basta con la repressione, libertà per gli arrestati!
- Per la sconfitta dell’invasione militare russa! Armi per la resistenza delle masse popolari ucraine! Nessuna fiducia in Zelensky né negli oligarchi ucraini!
- Costruiamo un movimento contro l’invasione e l’escalation militare che porti milioni di persone nelle piazze!
- Via le truppe russe dall’Ucraina! Restituzione della Crimea! Via le truppe e i paramilitari russi dal Donbass!
- Fine di ogni oppressione russa sull’Ucraina! Via le grinfie degli Stati Uniti, della Nato e dell’Ue dall’Ucraina!
- Scioglimento della Nato e del Csto! Truppe statunitensi e russe, da Kharkiv a Heidelberg, dal Kazakistan a Okinawa, go home, tornatevene a casa!
- Stop alla corsa agli armamenti, eliminazione degli arsenali nucleari e delle armi di distruzione di massa!
- Risorse per sanità, abitazioni e giustizia climatica, non per la guerra né per la Nato!
5 marzo 2022
Workers Voice/La Voz de los Trabajadores (Usa)
Partito di Alternativa Comunista (Italia)
Em Luta (Portogallo)
Corriente Roja (Stato spagnolo)
International Socialist League (Regno unito)
Ligue Communiste des Travailleurs (Belgio)